Atteggiamenti e comportamenti degli italiani nell’emergenza

La previsione diffusa tra la maggioranza degli italiani è che non si potrà uscire di casa fino a metà maggio e l’emergenza durerà fino all’inizio dell’estate.

La preoccupazione è diffusa e alta ma la quota di grevemente preoccupati è in calo, segnale che le misure prese dal Governo sono ritenute corrette ed efficaci e quindi capaci di contenere l’ansia.

Infatti quasi 9 italiani su 10 condividono le misure adottate dal Governo che prevedono la chiusura di tutte le attività produttive e l’uso della mascherine,  oltre 9 su 10 ritengono corretto l’obbligo di  rimanere in casa.

Rispetto al comportamento degli italiani, il 23% degli italiani stessi è critico: sta prevalendo l’egoismo, l’irresponsabilità.

Ma quasi l 100% degli italiani dichiara di comportarsi correttamente, rispettando le distanze, le indicazioni su spostamenti e assembramenti e concordando con l’obbligo della mascherina.

E quindi?
Come sempre capita nell’esplorazione del percepito e dell’agito della popolazione, c’è una distanza tra l’auto-percezione e la percezione dell’altro e una tendenza ad assolvere se stessi e proiettare responsabilità e difetti sull’altro.
In linea con quest’osservazione il dato sulla propensione a segnalare comportamenti contrari alle disposizioni: oltre 7 italiani su 10, senza distinzioni nelle diverse regioni italiane, né fasce di età, segnalerebbero alle forze dell’ordine vicini di casa che ricevono ospiti o fanno assembramenti.

Dati tratti da indagini realizzate dall’istituto Ixè nel mese di aprile

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